Via da Facebook, ecco le alternative social dei giovanissimi
Probabilmente quando parliamo di social network pensiamo istintivamente a Facebook. La creatura di Zuckerberg, però, sta perdendo una fetta di utenti, soprattutto quelli al di sotto dei 25 anni. Perché accade e perché proprio ora? Facebook non ha avuto vita facile nell’ultimo anno: ha dovuto fare i conti con le polemiche sulle fake news, con le presunte interferenze russe nelle elezioni occidentali con l’effetto bolla ed infine con il caso Cambridge Analytica. In più ha aggiornato numerose volte l’algoritmo che regola il News Feed, scegliendo per noi l’ordine dei post che ci vengono mostrati.
Un altro aspetto interessante riguarda il cosiddetto “collasso del contesto”: tutto ciò che condividiamo su Facebook appare a persone con le quali siamo collegati per ragioni molto diverse, e questo frena molto nella scelta dei contenuti da condividere e difatti le condivisioni di informazioni personali sono calate molto rispetto agli anni passati. In più i giovani su Facebook sono spesso in contatto con genitori, parenti e insegnanti e questo li fa sentire bloccati e anche controllati. Quindi scappano da un social in cui non si sentono liberi verso luoghi in cui essere spontanei, abitati principalmente dai loro coetanei. E quali sono le alternative più popolari a Facebook?
Il prescelto è Instagram, che vede i suoi iscritti aumentare costantemente, con circa il 59% d’età compresa tra i 18 e i 29. Tra l’altro, con la fortunata intuizione di inserire le Storie riscuote un enorme successo. I giovani sembrano preferire Instagram a Facebook perché si sente meno la necessità di seguirsi a vicenda, e di conseguenza si seguono le persone per le quali c’è un reale interesse e questa scelta incide sul flusso di immagini, che è più coerente con i propri gusti. Un altro punto a favore è che si tratta di un social che si concentra molto su un solo tipo di contenuto, le foto.
Musical.ly e Livel.ly
Chi ha più di 25 anni potrebbe non averne mai sentito parlare, ma musical.ly ha cambiato il panorama dei social network popolati dai giovanissimi. È un’app che permette di registrare video musicali in lip-sync, ovvero imitando voce e movimenti dei brani preferiti. I video durano 15 secondi e possono essere condivisi sui social network o inviati ad altri utenti sulla piattaforma, che è anche un vero social con un feed personale i e uno in cui si vedono i filmati di altri utenti. Direttamente collegata a musical.ly c’è poi live.ly, la piattaforma attraverso la quale gli utenti possono inviare ai loro muser preferiti da 5 cent a 50 dollari, acquistando apposite emoji in cambio di visibilità (citazione del nome).
Snapchat
A metà tra un social network e un’app di messaggi, continua a godere di una certa fama. Basata interamente sul meccanismo delle stories di Instagram, che ha preso l’idea da qui. Uno snap è una fotografia o un video da 10 secondi che è possibile condividere con i propri amici, ed ha una durata limitata per cui una volta scaduto il tempo si autodistrugge. In più lo snap può essere aggiunto alla Storia di ciascun utente, una specie di feed personale, e avrà la durata di 24 ore. Tutti gli scatti sono estremamente personalizzabili con filtri, testi, emoji. Circa il 70% degli utenti ha un’età compresa tra i 18 e i 34 anni. L’app non prevede like, reactions o simili perché è basata sulla filosofia del non accumulo, ed è per questo che è così utilizzata dai giovani, che non sono interessati a collezionare o conservare foto, ma le scattano per condividere esperienze in un preciso momento.
Vero
Menzione d’onore a Vero, che probabilmente non è tipicamente giovanile, ma parlando di social network alternativi ai tradizionali, non si può non citarlo. Sul sito si legge“smarter social”, e la sua grande scommessa è proprio rimettere al centro la vita sociale. Unisce Facebook e Instagram e sta facendo parlare di sé perché non vi è pubblicità. Graficamente è molto piacevole, ha un design elegante, e per ora è disponibile solo come app. Nel 2015 è stato creato Ayman Hariri, un milionaro libanese e nel suo manifesto si legge: “Meno social media, più vita sociale. Comportati online come ti comporti offline”. E ancora: “Il feed è composto dai tuoi post e da quelli delle persone con cui sei connesso e che segui. Noi non lo curiamo, non lo manipoliamo, non inseriamo pubblicità e non nascondiamo post. Vedi quello che è stato condiviso con te quando è stato condiviso”.
Appare chiara l’intenzione di prendere le distanze da Facebook e tornare a concentrarsi sull’aspetto relazionale. Fino a poco tempo tempo fa le spese di gestione erano coperte da una piccola somma pagata dagli utenti al momento dell’iscrizione, ma adesso è completamente gratuita e, soprattutto, senza pubblicità. Funziona più o meno come Facebook: gli utenti possono condividere foto, link, film, un brano. Una piacevole novità è che i contatti si dividono in categorie: amico intimo, amico e conoscente (l’utente scegli in quale categoria posizionare i contatti”). Perché è diventato di tendenza adesso? Probabilmente a causa delle modifiche dell’algoritmo di Facebook e di Instagram molti hanno preferito tornare ad una dimensione diversa, più igienica.
Il pubblico dei social si sposta su altre piattaforme, anche per allargare i propri orizzonti. Le alternative a Facebook spopolano, soprattutto tra i giovani, ma a Menlo Park possono stare tranquilli ancora per un po’: anche se migrano verso altri social, tutti hanno un profilo Facebook per non sentirsi completamente tagliati fuori dal mondo.