Gli effetti della pandemia sui settori e le regioni italiane
La pandemia da Covid-19 ha coinvolto quasi tutto il pianeta e purtroppo l’Italia al momento è uno dei paesi che ne è stato colpito più duramente. Cosa vuol dire questo in termini di impatto economico e finanziario?
Quali sono gli effetti a breve, medio e lungo termine di una situazione così inedita, grave e delicata come questa che ci stiamo trovando, ahinoi, a vivere in prima persona?
Gli italiani in lockdown
Quando un evento del genere colpisce una nazione sono inevitabili una serie di reazioni a catena tra vari settori tra cui principalmente quelli sociali ed economici. In seguito a decreti speciali atti a contenere l’epidemia nel modo più efficace possibile, le persone restano nelle proprie abitazioni e i negozi fisici di prodotti che non siano di prima necessità restano chiusi.
Questo, tra gli altri fattori, comporta ovviamente una serie di effetti anche pesanti sui mercati nazionali ed internazionali e sulle loro dinamiche, sia per i consumatori che per gli esercenti. Scopriamo insieme gli effetti principali.
Diversi effetti per diversi scenari
Come emerge da una delle ultime analisi portate avanti da Cerved, per valutare in maniera ottimale la questione è opportuno prendere in considerazione lo scenario migliore e quello peggiore. Solo così è possibile avere una visione d’insieme chiara e sapere cosa potersi aspettare da una situazione così instabile.
Lo scenario di base
Il primo scenario è quello che prevede lo stato di emergenza fino a maggio 2020. In questo caso per tornare ad una normalità sarà necessario un periodo di graduale riadattamento di circa 2 mesi.
Questo scenario sta già avendo e avrà degli impatti importanti sull’economia mondiale soprattutto in vista delle dinamiche di import-export. Ad ogni modo è da escludere una crisi finanziaria legata alla questione del contagio.
Il governo in questo caso è già al lavoro su interventi di sostegno per quanto riguarda le imprese e le famiglie in difficoltà. Questi interventi sono da intendersi con base su spesa pubblica.
Lo scenario più complicato
Qualora lo stato di emergenza e di lockdown dovesse prolungarsi fino al mese di dicembre 2020, il tempo per il ritorno graduale alla normalità si alzerebbe a circa 6 mesi. Ci sarebbe inoltre un completo isolamento e chiusura dei paesi appartenenti all’Unione Europea.
Non ci sarebbero comunque crisi finanziarie legate o innescate dal contagio e resterebbero attivi e intensificati gli interventi da parte dello stato alle imprese e alle famiglie.
Effetti sui settori legati al territorio
Ad ogni modo i settori maggiormente interessati dagli effetti del lockdown sono quelli locali, cioè quelli fortemente collegati al territorio come la ristorazione e i servizi alla persona. Al contrario, i settori digitali sono stati e saranno oggetto di impatti positivi già dai primissimi momenti di blocco. Altri settori a rischio concreto sono quelli della manifattura.
La situazione delle imprese italiane
Parlando di numeri e riprendendo gli scenari introdotti in precedenza, nell’analisi di Cervid vediamo che per lo scenario di base la previsione di perdita per le imprese italiane è di circa 220 miliardi per il 2020 e di 55 miliardi per il 2021 rispetto al periodo precedente alla pandemia.
Per quanto riguarda lo scenario pessimistico invece potrebbero essere persi fino a 470 miliardi nel 2020 e 172 miliardi per il 2021, sempre rispetto alla situazione antecedente la pandemia da Covid-19.
I settori in discesa in entrambi gli scenari
In testa alla classifica dei settori che maggiormente stanno risentendo e purtroppo risentiranno dell’impatto dello scenario da Covid-19 troviamo quello alberghiero, che nel 2019 vale 12.519 milioni, mentre secondo lo scenario di base nel 2020 ne vale 7.825 milioni con una perdita del 37,5%. Stando alle previsioni pessimistiche invece il valore nel 2020 è di 3.339 milioni con un calo del 73%.
A seguire troviamo il settore turistico con le agenzie di viaggio e tour operator con 9.288 milioni nel 2019 contro i 5.991 milioni del 2020, perdita del 35,5% per lo scenario di base. 2.903 milioni nel 2020 con un calo del 68% nello scenario pessimistico.
Al terzo posto troviamo il settore dei trasporti aerei, in calo del 25,0% nello scenario di base da 1.744 milioni del 2019 a 1.308 milioni del 2020. Valori previsti che passano a 785 milioni nel 2020 con un calo del 55% nello scenario pessimistico.
Seguono i settori delle fiere e dei convegni, produzione di rimorchi e allestimento veicoli, concessionari auto e moto, gestione aeroporti, parrucchieri e istituti di bellezza e autonoleggi.
I settori in salita in entrambi gli scenari
Come è noto, in economia le risorse non scompaiono mai ma cambiano semplicemente strada. L’economia è lo specchio della società, delle persone che la compongono e dei loro comportamenti singoli e collettivi. Ecco allora che se da un lato troviamo settori fortemente colpiti dallo scenario del Covid-19, dall’altro troviamo settori in piena salita.
Primo tra tutti il commercio online che vede un incremento del 26,3% nello scenario di base, ai 4.327 milioni di euro del 2019 vede un incremento a 5.465 milioni del 2020. Incremento che sale al 55% nello scenario pessimistico con 6.707 milioni di euro di valore nel 2020.
A seguire il settore della distribuzione alimentare moderna che nello scenario di base passa da 108.191 milioni del 2019 ai 122.147 milioni del 2020 con un aumento del 12,9%. Lo stesso vede un aumento percentuale del 22,9% in caso di scenario pessimistico con un valore di 132.966 milioni nel 2020.
Segue il settore degli apparecchi medicali che nello scenario di base dai 108.191 milioni di valore del 2019 aumenta dell’11,0% e arriva ai 7.704 milioni nel 2020. Mentre in caso di scenario pessimistico aumenterebbe del 10,2% con un valore previsto di 38.114 milioni nel 2020.
Gli altri settori maggiormente in crescita sono quelli di materie prime farmaceutiche, ingrosso prodotti farmaceutici e medicali, gar instrudiali e medicali, cantieristica, produzione ortofrutta e lavanderie industriali.
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L’impatto sulle singole regioni
In seguito al verificarsi del primo grande focolaio italiano nella regione del basso lodigiano, purtroppo la zona maggiormente interessata sia dall’epidemia da Covid-19 che dai suoi effetti negativi sanitari ed economici è proprio la Lombardia.
Ovviamente ogni regione italiana ha risentito in maniera evidente del colpo di questa situazione, tuttavia per la Lombardia, sempre secondo Cerved, è prevista una perdita di circa 80 miliardi nel 2020/2021 che diventano 182 miliardi nello scenario pessimistico, rispetto alle tendenze antecedenti l’epidemia.
A seguire il Lazio, l’altro grande centro economico italiano, che registra perdite per 46,8 miliardi persi nel biennio 2020/2021 rispetto alla situazione precedente l’epidemia, che arrivano fino a 118,2 miliardi nello scenario pessimistico.
Sul Piemonte pesa in maniera importante anche l’impatto del settore automotive. Qui le perdite si stimano intorno ai 25,4 miliardi di euro per il biennio 2020/2021, somma che arriva fino a 60,4 miliardi nello scenario pessimistico.
Altre regioni e l’Italia
A seguire, tra le regioni maggiormente interessate ci sono in ordine: Emilia Romagna, Toscana, Campania, Trentino Alto Adige, Sicilia, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Abruzzo, Sardegna, Umbria, Basilicata, Calabria, Valle d’Aosta e Molise. Insieme valgono una perdita totale di circa 275 miliardi di euro nel biennio 2020/2021 per l’Italia, stima che arriva a 641,6 miliardi nello scenario più pessimistico.
Comprendere una crisi
Questi che abbiamo appena trattato sono dati estremamente utili e preziosi da tenere in considerazione per osservare le dinamiche non solo del mercato in quanto motore dell’economia, ma soprattutto per comprendere noi stessi, le nostre dinamiche sociali, il modo in cui ci adattiamo e riusciamo ad andare avanti attraverso le avversità. Grazie soprattutto ad una caratteristica che ci contraddistingue da sempre come popolo, l’acuta osservazione e la forza d’animo.