L’utilizzo dell’intelligenza artificiale e la sua applicazione è uno dei temi più discussi e ambivalenti nell’attualità. Ciò è dovuto non solo alle sue enormi potenzialità, ma alla capacità di reinventare il significato stesso di alcuni concetti.

L’AI si collega e modifica idee come la creazione e la condivisione di contenuti.

Potenzialità dell’AI nel settore della comunicazione

Sebbene la sua applicazione sia stata incentrata in determinati settori, andando ad impattare dapprima il cinema e l’animazione, ad oggi, il machine learning presenta differenti ambiti di applicazione.

Uno sguardo al mondo del marketing e della comunicazione ci permette di acquisire consapevolezza su come l’AI sia in grado di svolgere attività creative.

Non rappresenta ancora la maggioranza, tuttavia, è possibile fare riferimento a brand di una certa fama che hanno coinvolto tale utilizzo della tecnologia nella produzione creativa di advertising.

Esempi di applicazione dell’AI in comunicazione pubblicità

“Jen-AI”, gioco di parole per “generative AI” non è altro che un avatar: la versione virtuale della star Jennifer Lopez. Il suo charme, la sua voce seducente sono utilizzate dal marchio Virgin Voyages per invitare l’utente ad acquistare una crociera.

Il marchio Coca Cola è un grande fautore dell’innovatività. Lo ha dimostrato attraverso la sua presenza nel metaverso e gli investimenti negli NFT. L’obiettivo è quello di usare l’AI per creare soluzioni su misura per i propri clienti.

Se, poi, il Comune di Genova ha animato Cristoforo Colombo per rispondere alle curiosità degli interessati, un’attività simile era stata fatta dall’ente turistico della Danimarca dove la Gioconda illustrava le bellezze del luogo.

Un caso degno di nota è quello di una pubblicità targata Kit Kat, brand dal famoso slogan “Have a brack”. L’istruzione data alla macchina è quella di scrivere un annuncio Kit Kat seguendo un linguaggio conforme alla Gen Z. L’invito rivolto alla direzione creativa, invece, prevede di “prendersi una pausa”. L’ intento è demistificatorio giustificato da immagini sgranate, voci robotiche e un risultato sicuramente non al pari di un’attività umana. Kit Kat usa il suo motto identificativo per provocare.

Principali piattaforme di AI per creativi

Le piattaforme di AI utilizzate nel settore della comunicazione sono molteplici e sempre più numerose e performanti.

Il generatore più noto è oggi ChatGPT, sistema basato sulla tecnologia GPT (Generative Pre-trained Transformer) che restituisce risposte coerenti e pertinenti alle interazioni dell’utente attraverso algoritmi di apprendimento avanzato.

L’intelligenza artificiale non è tuttavia confinata. Attualmente è possibile generare testi, immagini, video, musica, svolgere attività di grafica e molto altro. Le piattaforme disponibili soddisfano le più svariate esigenze.

DALL-E2 trasforma un input in un’immagine originale, Runway edita video, Writesonic genera testi in ottica SEO, Soundraw crea delle inedite colonne sonore da allegare a contenuti video, Midjourney genera immagini di grafica.

Il discorso prende la forma di un imbuto, si ramifica in più sottocategorie. 

Se il focus è commerciale, Flair è uno strumento apposito per generare immagini e Namelix è utilizzato per dar vita a nuovi naming.

Se l’ottica è quella del cliente, Timely fornisce un calendario per tenere traccia di impegni, scadenze e pubblicazioni, mentre Personal.AI crea chat per l’assistenza e il supporto diretto. E poi c’è Slides.AI che fornisce qualsiasi tipo di presentazione, dal lancio di un nuovo prodotto a un piano di marketing.

Dal punto di vista dell’ottimizzazione dei testi e delle immagini, Notion AI semplifica i processi di scrittura, Remini modifica e restituisce una maggiore qualità alle immagini e Wordtune svolge un processo analogo nel correggere il tone of voice in base alla piattaforma di destinazione.

In altre parole, tutto ciò che è alla base dei modelli di comunicazione e di marketing sembrerebbe, almeno in apparenza, essere potenzialmente sostituibile da una macchina.

AI e responsabilità etica

La questione etica si dirama in più direzioni, la prima di natura legale. Il lavoro del machine learning prende vita da un database, da una quantità di dati potenzialmente illimitata. Si tratta di un’attività di imitazione.

Sebbene la creatività, per come è stata fino a oggi intesa, quindi con una connotazione umana, sia anche essa un alternarsi di imitazione e apprendimento, il processo svolto dalla macchina ha una natura differente.

Il problema è legato alla necessità di una regolamentazione in termini di copyright. Ciò offrirebbe una forma di tutela agli artisti per quel concerne il consenso e una remunerazione nel caso in cui il loro lavoro creativo venga utilizzato.

Ancora più insidiosa è la possibilità di generare immagini illegali. Esiste il rischio che la macchina, partendo da contenuti già esistenti, possa processare immagini di soggetti inappropriati (es: nudità nei bambini).

In questo modo si incorre in contenuti NSFW (Not Safe For Work) ovvero allusivi, violenti, volgari o destinati a un pubblico adulto.

Una seconda tematica vede la contrapposizione tra lavoro umano e lavoro della macchina. L’AI si insinua e fa proprio ogni territorio.

Un computer è, ad oggi, in grado di creare un’opera d’arte che può essere venduta all’asta o conservata in un museo. Tutto ciò elaborando dei dati che fanno riferimento a ciò che l’arte è stata fino a ora, prendendo quindi in considerazione una grandissima mole di dipinti.

L’interrogativo posto non è, quindi, semplicemente se la macchina possa sostituire l’uomo, si tratta di individuare la natura del rapporto di collaborazione. Questione a essa connessa è quella di individuare quale possa essere il quid, cosa ha l’uomo di diverso e di arricchente rispetto alla macchina. Ciò pone dei dubbi riguardo alle posizioni lavorative che conosciamo al momento.

Riflessioni sul rapporto tra intelligenza umana e intelligenza artificiale

Sotto un punto di vista prettamente etico la differenza principale tra la creazione dell’uomo e quella della macchina risiede nel processo. La ricerca dei dati attraverso l’attivazione un pulsante, annulla ciò che intendiamo come processo creativo. Ed è esso stesso parte integrante del risultato finale.

Se l’intelligenza artificiale applica una funzione di campionamento, ciò che può generare è un aumento dei risultati umani. La sua influenza ha, pertanto, un carattere di natura quantitativa e non qualitativa. 

L’uomo utilizza l’imitazione nell’ottica di conoscenza per creare il nuovo, arricchendo quanto appreso della sua natura propriamente umana, individuale. La macchina, al contrario, influisce solo in termini numerici.