Il Metaverso, per come ce lo vogliono fare immaginare le grandi società, apre un mondo di possibilità apparentemente infinite. Possiamo facilmente intuire il motivo della loro euforia: interesse. Ma è veramente così? Quanta percentuale di hype andrebbe ridimensionata? E quanto influisce il marketing nella pubblicizzazione di un modello che si presenta come la rivoluzione più grande dall’avvento del web?

Se realisticamente parlando esistono alcuni settori per cui già si può prevedere l’evoluzione nel contesto ideale del Metaverso, in altri, invece, i dubbi sono altrettanto palesi. In ogni caso, le possibilità attuali del Metaverso sono una realtà di cui pian piano ci stiamo rendendo conto. Parliamo allora, razionalmente, di ciò che già c’è e di ciò che secondo noi avverrà, senza voli pindarici e senza quella percentuale di hype che andrebbe leggermente livellata verso il basso. 

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Un mondo per (quasi) tutti 

Un giorno, chissà quando precisamente, potremo svegliarci la mattina senza saper distinguere la realtà fisica da quella virtuale. Paura? Tranquilli, anche questa è una delle possibilità decantate dai fautori del Metaverso che riteniamo irrealistiche (per ora). In quella stessa mattina, però, potremo fare colazione, mettere su un visore AR e partire per mondi lontanissimi senza alcuno sforzo. Che sia per una riunione in virtual smart working o per fare un giro in una galleria virtuale a caccia di opere d’arte NFT non importa. Il bello è che quella mattina potrebbe essere oggi. O domani, se volete.

Per quanto riguarda lo smart working associato al Metaverso siamo già nel campo del concreto. Un concreto non ancora espresso al meglio, sia chiaro, ma comunque solido. Passare dalla classica webcam a uno spazio virtuale 3D col proprio avatar potrebbe sembrare strano, addirittura ridicolo per qualcuno, ma il senso di connessione autentica aumenterebbe la sensazione di sentirsi realmente in ufficio con i colleghi. C’è chi lo sta già facendo con tutti i limiti del caso e gode dei benefici, mentre per il resto della popolazione trasformare il condizionale in presente è molto più difficile. Ci vorranno tempo ed educazione. In tal senso potrà influire la narrazione che si farà del Metaverso. Ridimensionarla è un obbligo, per non cadere nell’errore delle aspettative disattese. D’altronde 20 anni fa parlavamo di macchine volanti e sappiamo tutti com’è andata… 

Se ci addentriamo nel discorso del giro virtuale a caccia di opere d’arte NFT, beh, il tutto si fa appena più complesso ma altrettanto concreto. Una nicchia sempre più consistente di persone sta facendo dimestichezza con i Non-Fungible-Token, ovvero i gettoni virtuali che certificano la proprietà di opere digitali. Per acquistare gli NFT bisogna ovviamente possedere un portafoglio digitale, chiamato wallet, per concludere le transazioni tramite criptovaluta. Esistono sia fiere virtuali per limitarsi ad ammirare le opere d’arte col proprio avatar, sia vere e proprie gallerie del Metaverso in cui poter acquistare e vendere le proprie opere digitali. Partire da un approccio semplice ma non troppo immersivo, oppure concedersi totalmente alle possibilità del Metaverso? A voi la scelta.

Non abbiamo parlato dell’unico vero Metaverso privo di suscettibilità: il mondo dei videogiochi, già accettati, compresi e logicamente predisposti a un’evoluzione graduale che contempla l’immersione in un mondo parallelo. Se volete comprendere le possibilità del Metaverso vi consigliamo di partire da Fortnite, per esempio. Le toccherete con mano.

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L’idea alla base del Metaverso

Ci abbiamo girato un po’ intorno, ma tutti ne parlano ininterrottamente da mesi ormai, soprattutto dall’annuncio di Meta in poi. Qual è l’idea alla base del Metaverso? O dei metaversi? Eh si, perché mica ce n’è uno solo. Se tutte le grosse società se ne stanno creando uno personale, in che modo possono poi connettersi tra loro per il bene degli utenti? La blockchain detterà tutte le regole del Metaverso ma serve un sistema decentralizzato. Ci vorranno anni, decenni. Per ora limitiamoci a progettarlo, testarlo, facendo grossa attenzione a non concedere tutto alle mani di pochi eletti. 

Fin qui non c’è ancora uno slogan, uno scopo preciso che possa racchiudere l’idea che sta alla base di questa evoluzione. Con la massima razionalità ci prendiamo la responsabilità di descriverla semplicemente come una tecnologia che si prefigge l’obiettivo di offrire servizi sempre migliori e diversi, in grado di ridurre le distanze. Il mondo fisico, comunque, resisterà, non ci sarà dualismo. E forse neanche dualità.