L’equity crowdfunding e il digital marketing sono due facce della stessa medaglia e l’uno non potrebbe esistere senza l’altro, ma procediamo con ordine. Nell’ambito dell’innovazione tecnologica e del digitale si sente sempre parlare di crowdfunding, tanto da indurre molti a credere che sia un fenomeno. Il crowdfunding nasce come finanziamento dal basso, un modello di raccolta fondi collettiva che nel tempo è stato associato a progetti diversi, da quelli di carattere più artistico alla realizzazione di nuove tecnologie. Uno dei suoi più grandi meriti è quello di essere un ottimo strumento per raccogliere fondi senza doversi rivolgere alle banche.

Il meccanismo alla base è molto semplice: chi intende avviare una raccolta fondi propone il progetto che vuole finanziare (qualsiasi progetto) e fissa un obiettivo da raggiungere. Per ottenere più donazioni di solito si offre una ricompensa a chi decide di sostenere il progetto, ad esso legata.

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Le peculiarità dell’equity crowdfunding

Esistono diverse declinazioni del crowdfunding, e l’equity crowdfunding è l’unico regolamentato in Italia. Quali sono le peculiarità di questa forma di finanziamento? L’equity crowdfunding consente a chi investe denaro in un progetto di comprare azioni, quote o altri strumenti finanziari, che vengono offerti dalla PMI o dalla startup che sta portando avanti il progetto. Questo modello di raccolta fondi consente ai sostenitori di progetti e/o iniziative di diventare soci a tutti gli effetti della società che raccoglie i fondi, senza passare per il commercialista o il notaio. La società che raccoglie fondi decide di finanziarsi offrendo al pubblico una quota del proprio capitale per raggiungere l’obiettivo stabilito. 

Questa forma di finanziamento consente a imprese, startup e PMI innovative l’accesso al capitale di rischio mediante il pubblico su Internet. Tutti possono investire delle somme di denaro a sostegno di un progetto o di imprese attraverso le piattaforme di equity crowdfunding. E, senza dubbio, è il modello più usato da startup innovative e piccole e medie imprese e sicuramente incide il fatto che sia l’unica forma di crowdfunding ad essere stata regolamentata in Italia, spronando le varie piattaforme a soddisfare determinati requisiti. 

Non esiste equity crowdfunding senza digital marketing

Proprio come le altre forme di crowdfunding, tutto si gioca su piattaforme autorizzate in cui la PMI o la startup lancia la raccolta fondi per il progetto, raccontando nei dettagli da dove è nata l’idea e come e quali sono i possibili sviluppi, fissando un obiettivo minimo da raggiungere.
La crowd economy punta tutto sul saper coinvolgere la folla e farle prendere una decisione: per questo la fase più delicata è quella della campagna di marketing. Di qualsiasi progetto si tratti, a prescindere dalla modalità di crowdfunding, il momento più importante anzi, cruciale, è quello della campagna che, va da sé, dev’essere pianificata nei minimi dettagli.

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La campagna va studiata nei minimi dettagli

Viene da sé che curare nei minimi dettagli la strategia di marketing è fondamentale: dopotutto la peculiarità del crowdfunding sta proprio nel non dover passare attraverso le banche e il miglior modo per ottenere sostenitori è far sì che credano molto nel progetto. Al punto tale da decidere di sostenerlo. Idee, progetti e prodotti, per quanto innovativi, rimangono nell’ombra se non vengono presentati e “comunicati” al meglio. Per questo occorre pianificare la campagna nei minimi dettagli, affidandosi a professionisti per ogni attività di digital marketing: dai post sui social media all’invio delle comunicazioni per tenere sempre informati i propri sostenitori, fino a risposte tempestive e trasparenti a investitori e curiosi. Una delle strategie migliori è realizzare  video esplicativi ed emozionali da inserire sulla piattaforma di equity crowdfunding o sui propri canali social, per fornire ai potenziali sostenitori tutte le informazioni necessarie sul progetto e su di voi. 

È evidente che per un buon esito di una campagna di equity crowdfunding non ci si può improvvisare. Occorre affidarsi ad esperti che, oltre a studiare attentamente i comportamenti e i bisogni dei consumatori per indirizzare al meglio la campagna, costruendo un percorso di storytelling e di condivisione ad hoc. E non finisce qui: nelle fasi successive al lancio della campagna di crowdfunding occorre monitorarla, implementando nuove strategie di comunicazione e lavorando assiduamente per costruire una solida community (che poi si trasformerà in investitori e, perché no, potenziali clienti). 

Insomma, realizzare una campagna efficace è l’unico modo non solo per far emergere il progetto nel modo migliore, ma anche per metterlo alla prova. E dopo tutti gli sforzi fatti per costruire una solida community intorno al progetto, alle startup o alle PMI torna indietro reputazione e visibilità.

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L’equity crowdfunding come strumento di marketing

Avviare una campagna di equity crowdfunding rappresenta un’opportunità importante per un’azienda o una startup: se da un lato permette agli investitori di conoscere nei dettagli il progetto da finanziare, dall’altro riesce a portare PMI e startup oltre la propria comfort zone, aumentando esponenzialmente la loro visibilità.

equity crowdfunding come strumento di marketing

L’equity crowdfunding non è una sola cosa: non è solo un canale di finanziamento alternativo, non è solo un fenomeno sociale e passeggero, non riguarda soltanto l’innovazione e la tecnologia. Piuttosto è un mix di tutte queste cose! E curiosamente (o forse neanche troppo) si è dimostrato un valido strumento per fare digital marketing in maniera alternativa. Dare visibilità al proprio progetto su larga scala, avere un ritorno di immagine, allargare e consolidare la propria community,  trovare nuovi clienti

 

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